Sembra un gioco di prestigio ma è solo confusione sull’obbligo ECM, facciamo un po’ di chiarezza con l’unica certezza che la grande sconfitta in questo scenario è la psicologia.
Chi è obbligato a ottenere i crediti ECM? Anche i liberi professionisti devono seguire la formazione ECM? Queste le domande più frequenti e che ottengono risposte diverse, alimentando così la confusione sulla formazione per gli psicologi. Cerchiamo di fare chiarezza capendo i motivi.
Per prima cosa dobbiamo distinguere la ‘formazione continua’ dall’Educazione Continua in Medicina (ECM). Non sono sinonimi. La ‘formazione continua’ è l’apprendimento nel corso della vita professionale di ciascun cittadino, quindi di lavoratori, amministratori e anche professionisti. Gli ECM sono una delle forme di ‘formazione continua’ dei professionisti.
Tanto tempo fa, nel 1992, nacque la formazione continua solo per chi lavorava per il Sistema Sanitario Nazionale, che si concretizzò nel 2002 negli ECM. Da quel giorno iniziarono i corsi ECM a cui dovevano partecipare tutti i professionisti sanitari che lavoravano con il Sistema Sanitario Nazionale (dal dipendente al libero professionista).
Circa dieci anni dopo gli ECM, nel 2011, arriva l’obbligo di ‘formazione continua’ per tutti i professionisti, cioè l’obbligo di “seguire percorsi di formazione continua permanente predisposti sulla base di appositi regolamenti emanati dai consigli nazionali, fermo quanto previsto dalla normativa vigente in materia di educazione continua in medicina (ECM)”. Cioè, chi deve conseguire gli ECM deve continuare a farlo, tutti gli altri professionisti devono avere una formazione continua regolata dal proprio ordine nazionale di appartenenza.
Nel 2012 la formazione continua per i professionisti è regolamentata e “La violazione dell’obbligo di cui al periodo precedente costituisce illecito disciplinare”.
Da quel momento ingegneri, architetti ecc. si dotarono di un regolamento per la formazione dei propri professionisti e chi non si forma continuamente sarà sanzionato disciplinarmente.
Teoricamente dovrebbero accedere a una formazione continua con regolamento del proprio ordine, tanto che proprio l’Ordine Nazionale degli Psicologi (CNOP) timidamente e con un poco di noncuranza, nonché con molta calma, propose un regolamento. Di questo regolamento non si hanno più notizie e probabilmente ancora oggi giace dormiente in qualche polveroso cassetto di qualche scrivania in qualche stanza di qualche Ministero.
Intanto, chi organizza gli ECM, cioè la Commissione Nazionale per la Formazione Continua e l’AGENAS, pur non avendo alcun potere di stabilire qualcosa sulla legge affermava autonomamente che gli ECM sono per tutti, anche per i liberi professionisti “sanitari che direttamente operano nell’ambito della tutela della salute individuale” sono obbligati agli ECM (essendo loro che organizzano gli ECM cos’altro potevano dire?). Durante tutto questo tempo probabilmente il nostro Ordine Nazionale si stava ancora chiedendo il senso della vita degli psicologi e se è nato prima l’uovo o la psicologia.
Anche l’Ordine Lombardia, come l’ordine nazionale, con la grande prospettiva e visione che ha chi ficca la testa in una buca, ha promosso da tempo l’idea che gli ECM son per tutti.
Nonostante AltraPsicologia abbia ribadito più volte che altre strade possono essere percorse, per i nostri ordini non a guida AltraPsicologia è stato più comodo prendere il pacchetto all-inclusive con baby dance, animazione e autobus superturistico degli ECM per tutti, piuttosto che fare più fatica e personalizzare la vacanza decidendo cosa è meglio per la psicologia e provare ad affermare qualcosa di diverso.
La deduzione sta nel fatto che la psicologia è “professione sanitaria”. Cioè, se l’obbligo è per chi lavora con il sistema sanitario e la psicologia è una professione sanitaria, allora lo psicologo è obbligato. La famosa logica aristotelica che ben conosciamo: se la forchetta ha 4 denti e mio nonno ha 4 denti, allora mio nonno è una forchetta. Non fa una piega.
Dice bene l’avvocato dell’Ordine Lombardia quando afferma che “il singolo professionista potrebbe ritenere legittimo sottrarsi all’obbligo per poi difendersi davanti all’Autorità Giudiziaria competente, impugnando eventuali sanzioni per il mancato adempimento formativo, assumendo un differente criterio interpretativo. Naturalmente a suo rischio e pericolo.”
In altre parole: “hi ragione, la legge non obbliga agli ECM per chi non lavora per il SSN, ma le tue istituzioni (Ordine Nazionale e Ordine Lombardia) hanno deciso che tutti devono avere gli ECM in base alle idee (e non alle leggi) di chi gli ECM li organizza. Quindi potresti essere sanzionato, ma tu puoi andare dal giudice a chiedere giustizia perché l’obbligo non esiste con questi leggi, ma non si sa come andrà a finire. Vedi tu che cosa fare”.
In tutto questo stiamo assistendo all’ennesima riduzione della psicologia. Se da una parte la psicologia è una scienza, autonoma e definita, che indaga sul funzionamento della mente dell’uomo, dall’altra con l’obbligo ECM è ridotta all’idea di “cura” delle persone. Questo perché chi governa e ha governato la nostra professione, dipendente pubblico che lavora nel SSN o professore universitario, sembra non avere idea di cosa e quanto ci sia di psicologico oltre alle patologie negli ospedali e nelle scuole di specializzazione in psicoterapia.
Tutta la psicologia che riguarda, ad esempio, l’attività di psicologia del lavoro (ad es. la valutazione del personale) o la psicologia scolastica (interventi per far rendere meglio gli studenti a scuola) o gli interventi per il benessere psicologico delle persone non sono mai stati presi in dovuta considerazione, tanto che da queste aree dimenticate dalla politica professionale sono nati “psicopedagogisti”, “coach”, “counselor” e compagnia bella. L’obbligo ECM non ci fa progredire ma, anzi, ci inchioda a una sola forma professionale di psicologia: la cura o la diagnosi del singolo “problematico” e si rimane legati alle logiche mediche ultraspecialistiche.
Avere per tutti gli ECM è chiaramente una eccessiva “sanitarizzazione della psicologia”, intendendo che la psicologia è ricondotta solo alla cura e alla diagnosi propedeutica ad essa e non a una scienza moderna capace di analizzare e intervenire sulla vita delle persone e sui loro comportamenti normali in tutti gli ambiti (abbiamo anche vinto un premio Nobel su questi studi).
Inoltre, accettare ed esaltare gli ECM è significativo dell’incapacità di vedere altre necessità della nostra professione, meglio prendere acriticamente quanto vuole il nostro Sistema Sanitario Nazionale, con il risultato che si immagina l’esistenza della psicologia solo in questo contenitore e non il suo valore attuale nella società civile.
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Sono perfettamente d’accordo sulla tua analisi, la sanitarizzazione della psicologia è una limitazione al potenziale applicativo delle conoscenze psicologiche e un disconoscimento del lavoro professionale svolto da tanti psicologi. Ho fatto presente la situazione dello psicologo del lavoro. Senza entrare nel merito, mi hanno risposto che è meglio fare gli Ecm.
Concordo con questa analisi attenta di uno scenario molto confuso. Sono libero professionista abilitata dal 2011 che va avanti con fatica perché di fatto mi si prospettano sempre lavori come volontario per cui sempre gratuiti. A livello privato non ho clienti e sono tenuta a svolgere questi ECM ma di fatto non ho guadagno Nonostante tutto con l’aiuto di mio marito ho svolto anche dei master di specializzazione… Una scuola di psicoterapia non posso permettermela al momento. Mi chiedo se continuare a sperare la situazione migliori.
Concordo con l’attenta analisi. Sono un libero professionista che opera da lunghi anni nella gestione e sviluppo delle persone in contesti di lavoro. Ho seguito master e corsi specialistici, spesso organizzati dalla azienda mia committente. Non ho trovato mai corsi ECM di mio interesse promossi da Ordine o dalle scuole specialistiche. Sono due anni che la crisi delle aziende e una concorrenza sleale di professionisti “non psicologi” mi presentano un futuro incerto. Come farò a pagarli questi mitici ECM? A proposito… mai come in questi giorni ho la posta intasata dalla promozione di corsi ECM anche scontaticerto è che per qualcuno diventerà un vero business
Grazie per la disamina, interessante riconoscere che nel ns bel paese la legge che vige è sempre “tutto e il contrario di tutto”
Per come la vedo io i ns Ordini dovrebbero garantire una FORMAZIONE continua più che l’ EDUCAZIONE, ma ancor più una formazione in linea con le ns proprie specialità. Mi spiego meglio: l’Ordine del Piemonte ha organizzato online lezioni che prevedono acquisizione di ECM, fantastico, tutto tranquillamente da casa compreso il test finale, ma se io non lavoro con i bambini xchè devo seguire il corso DSA?