L’emergenza COVID-19 ha messo a dura prova il lavoro della psicologa e dello psicologo liberi professionisti. Ecco come ci tutela il nostro Ente di Previdenza ENPAP.
Il COVID-19 sta avendo un notevole impatto sulla nostra professione. Il 2020 sarà ricordato come l’anno in cui abbiamo dovuto reinventare le modalità di erogazione dei nostri servizi psicologici per adattarli alle leggi in continuo cambiamento, all’emergenza sanitaria e alle richieste dei nostri pazienti e clienti. Il futuro prossimo risulta ancora incerto e lo stato di emergenza perdura.
Quanto ci è costato (come categoria) a livello economico lo scopriremo con precisione solo il prossimo anno, quando forniremo all’ENPAP la dichiarazione dei redditi del 2020. Per il momento è certo che due mesi di serrata (o se preferite “lockdown”) e il calo del PIL con crisi economica annessa e imminente, che probabilmente deve ancora mostrarsi in tutta la sua brutalità, fanno presagire un anno orribile per i liberi professionisti psicologi.
L’ENPAP ha messo in campo quanto gli è stato possibile sia a livello previdenziale sia soprattutto assistenziale.
Per saperlo è sufficiente accedere alla una sezione COVID-19 dell’Ente dove troviamo elencate e spiegate tutte le misure. Per comodità vediamole brevemente.
Le scadenze dei versamenti dei soldi che dobbiamo mettere da parte per la nostra pensione sono state prorogate. Se già l’acconto del primo marzo è slittato al 30 aprile, il saldo del primo ottobre è rimasto tale in attesa della risposta dei Ministeri alla richiesta di prorogare al 31/12/20 o di versare a rate nel 2021. Sono anche sospese le attività di recupero crediti per chi era moroso verso l’ENPAP e sospese le rate di chi sta rientrando da eventuali more o di chi stava riscattando la laurea.
Ad oggi, la risposta dai Ministeri non è ancora arrivata. Risultava difficile richiedere scadenze più prolungate perché, ricordo, i soldi che mettiamo da parte per le nostre pensioni finiscono nel bilancio dello Stato. E lo Stato non è mai contento se gli togliamo soldi dal bilancio, visto come sono messi i conti pubblici. Questo è il motivo per cui sarà molto difficile avere proroghe che finiscono all’anno successivo.
Conformemente a quanto abbiamo letto sui giornali e a quanto indica il Decreto “Cura Italia”, ENPAP si è impegnata a erogare un reddito per i mesi di aprile e maggio definito “Fondo per il reddito di ultima istanza”. ENPAP ha anticipato i soldi per questa copertura, ora l’Ente aspetta che lo Stato glieli rimborsi, ma intanto se abbiamo ricevuto questi soldi è grazie alla copertura garantita dal nostro Ente!
Solitamente, per accedere alle prestazioni assistenziali è necessario essere in regola con i versamenti. La sospensione delle scadenze (vedi punto 1.) permette di accedere anche se non si è in regola per i versamenti richiesti dal 23 febbraio 2020 fino alla fine dell’anno 2020.
Se lo psicologo o la psicologa sono costretti alla quarantena dal medico curante o da una qualsiasi struttura sanitaria, allora il periodo di quarantena è calcolato come malattia. La copertura della malattia funziona per bandi: prima i bandi erano ogni tre mesi, ora vista l’emergenza sanitaria sono stati programmati ogni mese. Questo permette di accedere alla copertura per malattia con minore attesa e vedersi riconosciuto il rimborso più rapidamente. Si deve fare domanda entro 10 giorni una volta terminato il periodo di malattia. Il contributo è pari al reddito giornaliero calcolato su quanto dichiarato all’ENPAP e scatta a partire dal settimo giorno di malattia. Questo vuol dire che se la quarantena è di 15 giorni vedrò riconosciuto un sostegno pari al reddito giornaliero pari a 9 giorni. Se la quarantena sarà di più lunga, i giorni in più di malattia saranno tutti rimborsati.
Per una nostra maggior tranquillità e visti tempi straordinari in cui stiamo lavorando è stato aumentato il fondo disponibile per aiutare chi è vittima di situazioni straordinarie che non siano “catastrofi o calamità naturali” ma che possono riguardare malattia o infortunio nostro o dei familiari a carico, decesso o stato di grave disabilità del coniuge o dei figli conviventi. Se sfortunatamente il covid-19 dovesse colpire duramente, si può valutare di accedere a questa opportunità.
Lo Stato ha messo a disposizione altre misure non dipendenti dall’Ente e alle quali gli psicologi e le psicologhe possono accedere. ENPAP si è premurato di elencarle e spiegarle qui.
Queste misure confermano che gli psicologi e le psicologhe liberi professionisti possono considerare ENPAP un loro centro di aggregazione. Se gli ordini professionali comprendono tutti gli psicologi con le differenti categorie lavorative e le varie associazioni si riferiscono ad aggregazione per tema professional, l’ENPAP ha la capacità di arrivare a tutti i colleghi e le colleghe che lavorano nel contesto libero professionale, con tutti i vantaggi di autonomia lavorativa e la quota di rischio professionale che ne derivano. Questa caratteristica rende il nostro Ente previdenziale essenziale per rispondere alle difficoltà che sorgono per chi lavora con meno tutele, come i liberi professionisti. Queste azioni dettate dall’emergenza covid-19 non solo sono sicuramente di aiuto per quanto accaduto ma anche sono importanti per darci qualche sicurezza per il futuro, sapendo che possiamo contare sull’Ente.
Queste ragioni rendono indispensabile seguire tutte le attività dell’ENPAP e non viverlo solo come cassaforte per mettere da parte i soldi delle pensioni.
Per essere aggiornato segui il sito enpap.it o la pagina facebook EntePrevidenzaAssistenzaPsicologi