Si racconta di paesi senza ordine professionale, dove chiunque può fare lo psicologo e a confronto l’Italia è un paese medioevale. Eppure scopriamo che non così: in Europa c’è una legislazione sulla psicologia.
Prendendo i dati da un articolo dell’European Psychologist (Van Broeck & Liataer, 2008), scopriamo che 11 di 17 paesi europei tutelano il titolo di psicologo (12 se consideriamo anche la particolarità dell’UK) e l’attività professionale è regolata dal Ministero della Salute. Per essere psicologi per tutti i paesi è necessaria la laurea (5 o 6 anni di studi).
Ancora più interessante è come si caratterizza la psicoterapia: dei 17 paesi considerati solo 7 tutelano la psicoterapia e per solo 3 di questi (Italia, Germania e Olanda) la psicoterapia è una specializzazione esclusiva per medici e psicologi, per gli altri 4 è un’attività alla quale accedono diverse professioni sanitarie e sociali.
Psicologia in Italia vs Europa
A quanto risulta la maggior parte dei paesi europei regola con una legge il titolo e l’attività di psicologo. In generale, a parte la Svezia, la regolamentazione dell’attività dello psicologo è relativamente recente, come in Italia. La professione di psicologo è per tutti i paesi professione sanitaria, alcuni addirittura specificano che la psicologia oggetto della legge è quella clinica, lasciando le altre attività psicologiche. Per tutti i paesi per poter accedere alla professione è necessario essere laureati.
Sembra che in tutti i paesi europei la regolamentazione della professione di psicologo sia ancora in divenire e che non siamo ancora di fronte a una sua strutturazione definitiva. In Italia c’è ancora molto da fare. La normativa impone che la maggior parte l’attività psicologica sia ricondotta alla specializzazione in psicoterapia, riducendo di fatto le possibilità di impiego dello psicologo nel comparto sanitario.
Al contrario, i paesi europei regolamentano la psicologia ma non la psicoterapia che, invece, per la maggior parte dei paesi non è regolamentata. Quei pochi che hanno una regolamentazione la riportano come un’attività alla quale possono accedere più professioni, non solo psicologi e medici.
Solo l’Italia e la Germania regolamentano la psicoterapia come una sorta di “specializzazione” successiva all’essere psicologo o medico (l’Olanda ha definito due percorsi, uno clinico esclusivo per gli psicologi e medici e uno dello sviluppo aperto anche alle altre professioni). Da notare che però la Germania istituisce un numero programmato di psicoterapeuti e questi garantiscono il servizio alla popolazione, coperto dalle assicurazioni, oltre a definire gli orientamenti ammessi. In Italia invece, è richiesta la specializzazione in psicoterapia per poter lavorare per il sistema sanitario nazionale (che è in grado di assorbire solo una piccola parte degli specializzati) ma non c’è alcuna programmazione né criteri per definire gli orientamenti.
In questo modo sono sorte moltissime scuole di specializzazione dei più svariati ‘sotto-orientamenti’. Il numero delle scuole e soprattutto degli psicoterapeuti in Italia risulta così sovradimensionato rispetto alle necessità del paese, e questi devono crearsi un mercato privato. In pratica da una parte si richiede un percorso specifico e iperspecializzande, dall’altra non si forniscono garanzie di occupabilità.
In altre parole, in Italia abbiamo una regolamentazione per la psicologia come molte altre nazioni europee ma per la psicoterapia è presente una normativa stringente come pochissimi altri paesi (tre), e tra questi siamo gli unici a non avere la possibilità di determinare il bisogno e la sostenibilità nazionale, ovvero di creare un sistema capace di riconoscere professionalmente chi si registra come psicoterapeuta e di fornirgli una realistica opportunità di impiego.
Inoltre, il proliferare dei vari ‘sotto-orientamenti’ aumenta la variabilità dei contenuti formativi, e quindi della pratica professionale sucessiva, lasciando solo un’uniformità di struttura.
Ecco alcune brevi descrizioni di come è regolamentata psicologia e psicoterapia all’estero.
Austria
La legge che regola gli psicologi nasce nel 1990 e la professione di psicologo e psicoterapeuta è regolata dal Ministero della salute e degli affari sociali. Gli psicologi che vogliono praticare come professione sanitaria devono essere iscritti all’albo nazionale, dopo aver svolto 1400 ore di supervisione e tirocinio dopo la laurea in psicologia. La psicoterapia è un’attività alla quale accedono più professioni che richiedono comunque una laurea. Per diventare psicoterapeuta sono necessari due anni di formazione teorica e pratica e 1900 ore di attività presso enti accreditati per circa 5 anni part-time. La psicoterapia è rimborsata dall’assicurazione pubblica e a volte con supplemento dell’assicurazione privata.
Belgio
Dal 1993 è presente una legge che regola il titolo di psicologo. Il titolo è governata dal Ministero delle professioni indipendenti ed è collegato agli studi universitari. Il titolo di psicoterapeuta non è regolamentato e non è presente un codice etico.
Danimarca
È presente una legge che regola il titolo di psicologo che si ottiene dopo 5 anni di università e due anni di pratica supervisionata presso un ente accreditato. Il riconoscimento finale è effettuato da una struttura del Ministero degli affari sociali, che cura anche gli aspetti etici della professione. La psicoterapia non è regolamentata ma è svolta da psicologi e medici che comunque sono due professioni regolamentate.
Finlandia
Lo psicologo come attività sanitaria è regolamentata dalla legge. Dopo 5 anni e mezzo di università si può accedere alla professione registrandosi presso il Ministero della salute che controlla anche gli aspetti etici. Anche la psicoterapia è regolamentata, il titolo si si ottiene dopo 5 anni di formazione e per accedervi è necessaria almeno laurea triennale non unicamente in psicologia.
Francia
Il titolo di psicologo è riconosciuto dalla legge e si ottiene dopo 5 anni di università. Per poter praticare è necessario iscriversi alle liste dipartimentali ufficiali. Dal 2004 la legge regolamenta anche il titolo di psicoterapeuta ma il riconoscimento della professione non ha implicazioni per la pratica e l’etica. Psichiatri, psicologi e psicoanalisti possono ottenere il riconoscimento come psicoterapeuti senza alcuna formazione aggiuntiva. Anche altre professioni possono richiedere il titolo di psicoterapeuta. L’albo è tenuto dal Ministero della salute.
Germania
Il titolo di psicologo è riconosciuto dopo 5 anni di università. Non ci sono leggi che regolamentano questa attività. Il titolo di psicoterapeuta invece è normato dal 1992 per gli psicoterapeuti-psicologi e dal 1999 per lo psicoterapeuta dello sviluppo. Al primo titolo possono accedere psicologi e psichiatri dopo una formazione teorica e pratica di 3 anni full time o 5 anni part time, al secondo anche chi ha una laurea in pedagogia. L’autorizzazione a praticare è regolata dalle associazioni mediche regionali e provinciali. L’associazione medica provinciale calcola il numero di psicoterapeuti-psicologi necessari (perché i pazienti accedono con copertura assicurativa) e li suddivide tra psichiatri e psicologi. L’associazione medica con l’assicurazione sociale definiscono quali orientamenti di psicoterapia sono riconosciuti in base a criteri evidence based (principalmente cognitivo e psicoanalitico).
Olanda
Dal 1993 una legge regola tutte le professioni sanitarie compresa quella di psicologo clinico e psicoterapeuta. La legge ha avuto alcune vicissitudini e nel 2005 il Ministero del benessere e della Salute pubblica ha reintrodotto l’autorizzazione anche per gli psicoterapeuti. Attualmente sono presenti gli albi degli psicologi della salute (health care), psicologi clinici, e tra questi ultimi, l’autorizzazione alla psicoterapia. Per accedere all’ordine degli psicologi della salute e poter così ottenere l’autorizzazione per la psicoterapia è necessario essere laureati in psicologia, pedagogia o scienze della salute.
Norvegia
Gli psicologi sono riconosciuti dal ministero della salute dopo 6 anni di studi comprensivi di un anno di pratica supervisionata. La psicoterapia non è regolamentata ed è considerata una professione separata.
Spagna
La legge definisce la professione di psicologo e di psicologo clinico. Il ministero della salute rilascia l’autorizzazione a praticare. La psicoterapia non è regolata.
Svezia
Dal 1978 la legge protegge il titolo di psicologo che si può acquisire dopo la laurea in psicologia e un anno di tirocinio. L’autorizzazione all’esercizio della professione è stato introdotto nel 1992 ed è regolata dal Ministero della Salute. La formazione in psicoterapia, che è considerata un’attività alla quale accedono più professioni, comprende tre fasi: la prima dopo il diploma e dura 3 anni di formazione di laurea specialistica per poter lavorare sotto supervisione, la seconda, alla quale psicologi e psichiatri accedono direttamente mentre le altre professioni devono completare la prima fase, prevede la formazione teorica, il tirocinio e la terapia personale di 3 anni. La terza fase prepara i terapeuti per il compito di supervisione.
UK
Non ci sono leggi che tutelano il titolo di psicologo ma un decreto stabilisce che l’associazione degli psicologici britannica (BPS) garantisce e accredita al titolo di psicologo. Per lavorare nel sistema sanitario nazionale è obbligatorio possedere il titolo di psicologo. Per ottenere il titolo è necessario la laurea specialistica di 5 anni e un anno di tirocinio. Non vi sono leggi che lo regolano il lavoro come psicologo indipendente. Il titolo di psicoterapeuta e la relativa attività non è regolata. Sono presenti due associazioni che tentano di regolare questa professione, accreditarsi ad una di queste è volontario.
Introduzione numero chiuso nelle università. Superamento esame di stato attraverso un tirocinio supervisionato da psicologi/psicoterapeuti abilitati dal ministero della salute, al tutoraggio/valutazione finale per poter essere esercitare.
Abolizione dell’Albo. Inutile e costoso.
abolizione scuole di psicoterapia e istituzione di corsi formativi individualizzati gestiti da ordine, accademia, erogati da esperti, tutor, didatti e supervisori.
https://www.linkedin.com/pulse/sulla-necessit%C3%A0-di-abolire-le-scuole-psicoterapia-come-barazzutti?trk=v-feed&lipi=urn%3Ali%3Apage%3Ad_flagship3_profile_view_base_recent_activity_details_shares%3B19q0Lxw9HE88YV62tqqvUw%3D%3D
psicologo previsto dal SSN a fianco degli ambulatori medici. numero chiuso alle università. passaggio sotto la facoltà di medicina e chirurgia / biologia.
L’Albo e’ una casta asservita alla casta medica. L’ammissione alle scuole di psicoterapia e’ esclusiva di psicologi e medici contraddicendo in pieno i fatti:perche’ no ai laureati in Filosofia,per esempio,come prima del 1989? Per motivi epistemogici o di mero potere? Siamo nel ridicolo:non esiste psicoterapia che non sia basata su fondamenta filosofici (basti pensare all’indirizzo fenomenogico) e pero’ soggetti ignari di epistemologia,etica e storia della filosofia,che,come i medici,non hanno fatto un esame in merito,possono accedere alle suddette scuole,i filosofi no. I figli rinnegano i padri senza curarsi di conoscerli. Ne’ viene il dubbio che se nella maggioranza dei Paesi l’accesso e’ consentito con la laurea in varie discipline forse non e’ perche’ in Italia si sia “superiori” ma perche’ la mera legge fa credere di essere nel “giusto” senza accorgersi di essere solo servi del potere
La psicoterapia in Italia discende dall’approccio medico ai disturbi mentali e non dalla filosofia. La psicologia in realtà è altro ancora e se possibile ancora più lontano dalla filosofia. Basta guardare i programmi universitari per rendersene conto. Lei probabilmente ha una formazione filosofica, ma la realtà di psicoterapia e psicologia è ben lontana da questa da quasi duecento anni.
La psicoterapia in Italia discende dall’approccio medico ai disturbi mentali? Lei confonde psicoterapia con psichiatria. Di quali programmi universitari parla non essendovi in corso di laurea in Psicoterapia ma in Psicologia?
Lei in quale indirizzo psicoterapeutico si e’ formato? Qualsiasi esso sia e’ impossibile che non le abbiamo parlato dell’epistemologia (filosofia) e delle varie scuole filosofiche che stanno alla base di ogni terapia. Per esempio:come fa a dire che la psicoterapia fenomenologico-esistenziale sia lontana duecento anni dalla filosofia quando si basa esplicitamente sulla fenomenologia e sull’esistenzialismo? A titolo di cronoca ho una laurea in Filosofia,una in Psicologia e una in Scienze cognitive. Magari prima di rispondere studi o almeno si informi.
La sua risposta a mio parere riflette una certa confusione. E anche supponenza, cosa le fa pensare che non sia informato? La psicologia studiata all’università non ha niente a che vedere con la filosofia, basta prendere i programmi di studio e confrontarli. La psicoterapia discende da unimposun’impostazione medica nel senso che si occupa principalmente di psicoterapia, ovvero disturbi mentali. Non a caso nei concorsi pubblici ASL si deve conoscer e bene ilDSM, piaccia o no giusto o sbagliato. Psichiatria e psicopatologia si possono separare come lei lascia intendere? Credo si sbagli e di grosso. Ricorderà, in fine, che la psicologia si è staccata dalla filosofia nel momento in cui è diventata scienza sperimentale. Anche la filosofia lo è? La saluto invitandola a mostrare piu rispetto per i suoi itnerlocutori.
Antonio
Errata corrige
* Epistemologici
* Fenomenologico
Il mio dubbio é: é necessario iscriversi all´albo italiano per esercitare come libera professionista in Germania? La professione di psicologo non é regolamentata, io ho l´abilitazione ma non mi sono iscritta all´albo dovendo lavorare in Germania.
L’albo italiano risponde alla Legge 56/89 italiana ed è necessario essere iscritti per poter professare in Italia. In Germania sono in vigore altre leggi.
Novita sulla spagna
Ci sono tre tipii di psicologi.
Psicologo clinico specialista
Accesso concorso e 4 anni come borsista in ospedali pubblici.
É sanitario e puo realizzare diagnosi e terapia psicologica. Ma non ha formazione psivoterspeutica.
Psivologo sanitsrio
Lauresto piu due anni di master che comorende due tirivini
Controversis sulle funzioni definite in mofo ambiguo dalla kegge.
Psicologo non sanitario
Laureato iscritto all albo.
Non chiare le funzioni
Psiviterañeuts
Non esiste nela legge spagnola
Io sono un pedagogista, un assistente sociale specialista, sociologo e psicologo (laurea in psicologia conseguita all’estero). Ho conseguito dei corsi postlaurea in ipnoterapia clinica e master in studi jungiani. Che in italia la psicoterapia sia “psicologizzata” ( manuale DSM) e che il sintomo sia medicalizzato è uno scandalo di cui sono responsabili tutti gli addetti ai lavori, compresi gli intellettuali e i professori universitari. Si potrebbero scrivere (e ci sono) libri sull’assurdità di questa visione della psicoterapia, ma le cose si sanno già e non vogliono essere viste. Non si capisce come mai nei corsi di laurea in psicologia vengano però inseriti insegnamenti di filosofia, pedagogia e sociologia. E chi ha una formazione di base in una di queste aree non possa poi colmare la parte clinico-terapeutica con la scuola di specializzazione eventualmente. L’introduzione dell’articolo non lo specifica bene. Nessun paese al mondo chiude la psicoterapia alle professioni mediche o psicologiche. Io ripeto ,lo trovo scandoloso. Poi la degenerazione della figura del counsellor imposta dal regime neoliberista ha punito il sistema ugualmente, improvvisamente fa svolgere clinica ad una professione che completa un corso triennale da qualunque provenienza accademica o scuole superiori. E gli psicologi a fare la guerra ai counsellor. Le caste e i familismi come forma antroposociale di interazione dei gruppi in Italia è legata a doppio filo con la nostra identità e propensione alla corruzione, alla gerarchia sociale delle organizzazioni criminali, al familismo e allo scambio mafioso. Queste regolamentazioni non sono altro che il frutto di processi sociali inconsci.
Salve, vorrei sapere se è necessario l’esame di stato in Portogallo per avere il titolo di psicologoe e poter esercitare la professione, e per accedere ad una scuola di psicoterapia..
Grazie
Buonasera,
Anche io trovo assurdo che soltanto medici e psicologi possano accedere alle scuole di psicoterapia.
Io sono un biologo evoluzionista, con competenze che vanno dalla neurobiologia all’etologia e mi occupo tra l’altro di disturbi dell’alimentazione. Esercito come nutrizionista e seguo pazienti con problemi che partono inevitabilmente dalla psiche. Vorrei formarmi in una scuola di psicoterapia ma con 2 lauree in biologia (triennale e magistrale), un master di secondo livello e un dottorato di ricerca in neuroscienze non posso iscrivermi alla scuola. La trovo una cosa folle.
Invece di azzuffarci tra di noi, cosa si potrebbe fare per cambiare le cose in Italia? Perchè non uniamo le forze e facciamo sentire la nostra voce?
Una casta non aperta alla liberalizzazione. Non c’è un paese in cui ci siamo l’esame di stato, spesso i tirocini sono farlocchi, quindi ti studi l’esamino e i temini e passi perché hai studiato in quei mesi. L’ordine è una corporazione che andrebbe abolita assieme agli altri ordini professionali.
Siamo nel medioevo e non si può pretendere di tarpare le ali alle persone dopo al laurea, dopo anni e soldi spesi.
Lo si faccia prima, numero chiuso e tirocinio abilitante con supervisione.
Conosco psicologi e psicoterapeuti fortemente contrari a questa casta dell’Albo degli Psicologi. Molti mi hanno confermato non esserci nessuna attinenza tra ciò che hanno studiato nei 5 anni universitari e il lavoro che svolgono (Psicologi in comunità, psicoterapeuti). Ciò che li ha formati è stato unicamente il loro percorso di specializzazione post-laurea.
Io ho studiato Filosofia e ho docenti, filosofi, che sono anche psicoterapeuti e psicanalisti, e che hanno una formazione filosofica prima di aver iniziato corsi di specializzazione in psicologia.
Ad oggi in Italia questo percorso è gambizzato e per molti è impossibile ritornare ad iscriversi al primo anno di università, come se la triennale in Filosofia nel campo delle Scienze Psicologiche non contasse nulla.
Mi dispiace per chi difende a spada tratta questo sistema. Io non ritengo che chiunque debba o possa esser psicoterapeuta, ma dev’esser data la possibilità di poter virare il proprio corso di studi e impegnarsi in una specializzazione per i successivi 5-10 anni, se lo si desidera, perché la formazione è chiaramente successiva al percorso triennale e probabilmente anche a quello quinquennale.
Parola di psicologi senza troppi complessi.
Sono uno psicologo , ho diretto un servizio pubblico di psicologia scolastica per oltre un trentennio. Ora sono in pensione.
Penso che bisognerebbe consentire a laureati in altre discipline, per esempio i pedagogisti, e filosofi di accedere alla formazione psicoterapeutica. Si eviderebbe l’incesto e si aprirebbero nuovi scenari scientificamente e culturalmente stimolanti.. E poi meglio essere meno uitoreferenziali della serie: io son io e voi non siete un cazzo”
Chiedo scusa, sono ancora io. Hobdimenticato di aggiungere che gli ordini non servono a nulla
Meglio abolirli. Meglio una laurea abilitante. Per quanto riguarda la psicoterapia ritengo che, come avviene in quasi tutti i Paesi del mondo, occorre al piu’ presto liberalizzarla e renderla praticabile anche da altri profili professionali. limitrofi possessori di laurea quinquennale.
E” il mercato e la bravura del professionista che regolarizza, non certo il proibizionismo. Si eviterebbero assurde e ridicole proliferazioni di pseudo professionisti che pur senza laurea si nascondono sotto denominazioni fantasiose. e creano un mercato parallelo con la complicita’ di alcuni psicologi che elargiscono formazione e diplomi che. legalmente valgono molto meno della carta…da parati.
Articolo molto interessante.
La coda finale riguardante il Regno Unito però é completamente sbagliata.
Ci sono vari titoli di psicologo protetti da HCPC (Health@Care Professions Council) tra cui clinical and counselling psychologist. Per poter lavorare nel sistema sanitario (NHS) si deve essere HCPC registered, e per ottenere tale registrazione ci vuole un dottorato di 3 anni ad esempio in psicologia clinica.
Per accedere al dottorato ci vuole una laurea triennale (bachelor), esperienze di lavoro correlate alla psicologia, come ad esempio assistant psychologist o clinical support worker. Stranamente il master (laurea magistrale) é un requisito desiderabile ma non essenziale per accedere ad un dottorato in clinical o counselling psychology.
É molto competitivo ottenere un lavoro come assistant psychologist o accedere ad un dottorato in psicologia clinica, In media tutto il percorso può durare se tutto fila liscia circa 9 anni, altrimenti molti di piú.
L’esame di Stato è inutile, costoso ed anacronistico. Dopo 5 anni di Università (per chi è bravo) + 1 anno di tirocinio e 1.000 ore di formazione e supervisione, l’esame di Stato andrebbe abolito da subito! Negli altri Paesi non esiste un Ordine/casta come da Noi. Tutta teoria e burocrazia…un Paese troppo arretrato…Finalmente stanno diventando Lauree abilitanti…ma l’esame di Stato andrebbe abolito già da ora!
Le formazioni in alcune facoltà universitarie sono lacunose. Personalmente ho trovato perfettamente inutili alcuni esami con scritti a crocette ‘disumani’ su libri scritti dagli stessi docenti …….assolute perdite di tempo. Devi comprarli, memorizzarti le virgole delle ricerche dei prof e dei loro assistenti, e se poi sbaagli una virgola sullo scritto vieni pure bocciato e deriso……Peraltro i cosiddetti ‘EPG’ ben poco hanno avuto attinenza con i successivi sbocchi lavorativi., men che meno con la clinica e – eventualmente – con la psicoterapia
Ritengo che gli attuali ordini regionali e il CNOP adottino politiche molto lontane dai reali problemi della categoria.
Il tirocinio, ad esempio: un anno in cui gratuitamente migliaia di successivi professionisti hanno portato borse, standardizzato test al posto di professori di centri di ricerca impegnati in altri profitti……perchè non è almeno reso riscattabile a fini pensionistici? Per me tutto fa comodo a molti così com’è,….almeno in Italia………speriamo che almeno i nostri commenti possano scuotere qualche coscienza per le generazioni a venire.